Intervista all'Assessore della Regione Veneto con delega alla cultura, diritti umani e territorio Cristiano Corazzari

L'Ufficio Stampa del Global Campus of Human Rights ha avuto l'opportunità di chiedere all’Assessore della Regione Veneto con delega alla Cultura, Diritti Umani e Territorio Cristiano Corazzari sulle attuali sfide in materia di educazione e dei diritti umani.

Come vede per i prossimi anni il futuro delle relazioni tra la Regione Veneto, il Comune di Venezia e le Università che ne fanno parte?

Le relazioni istituzionali tra gli Enti territoriali e le Strutture di ricerca in Veneto sono sempre state improntate ai principi della lealtà e della correttezza, specie per quel che riguarda i temi di maggiore importanza com'è quello della difesa dei Diritti Umani. La città di Venezia è uno dei principali veicoli per la conoscenza internazionale del nostro territorio, una delle ragioni per cui il Veneto è una regione nota nel mondo. D'altra parte la tradizione scientifica delle Università presenti in regione, centri di sapere riconosciuti in tutto il mondo, è una delle chiavi del successo del modello veneto, costituito sulla simbiosi tra modello di produzione e alta cultura.

Il Global Campus of Human Rights collabora già da tempo con la Regione Veneto e con l'Università di Padova. In che modo specifico nei prossimi anni le università venete e le entità accademiche potranno fare maggiore rete con le istituzioni cittadine?

Le occasioni per intensificare la collaborazione tra la Regione e le Università sono moltissime. Non dimentichiamo che sono già molti i tavoli tecnici e consultivi in cui la Regione ha invitato le Università a dare contributi scientifici rilevanti, direi anzi che non c'è un settore rilevante in cui questa collaborazione già non sia approntata. Dalla gestione del territorio alla sanità, dalle relazioni internazionali alla formazione, e naturalmente sui temi dell'istruzione e della ricerca i centri di sapere concorrono ad assicurare l'assistenza nel ruolo di indirizzo. Certamente le opportunità dei prossimi, e mi riferisco anche al Next Generation Found, anni dovranno essere colte in questa prospettiva di collaborazione già consolidata. Va sottolineato che da diversi anni l'attività delle Università venete si è ben orientata verso questo nuovo modello collaborativo, direi che non c'è ad oggi un settore rilevante in cui il ruolo istituzionale della Regione non sia affiancato dal ruolo scientifico delle Università.

La collaborazione ventennale di Global Campus of Human Rights con l’Unione Europea ha portato alla Regione Veneto le alte cariche istituzionali europee e studenti da tutto il mondo. In che modo in futuro la Regione potrà diventare ancora più accogliente e ospitale per loro?

Quest'anno, per la prima volta dopo diverso tempo, la programmazione regionale in materia di diritti umani si orienterà verso obiettivi e contenuti coerenti con quelli rappresentati dal Global Campus of Human Rights. In particolare saranno promosse a livello regionale le esperienze degli “Human Rights defenders”. Il termine "difensore dei diritti umani" (DDU) viene usato per descrivere persone che, individualmente o con altri, agiscono per promuovere o proteggere i diritti umani in modo nonviolento. Il DDU affronta problematiche relative ai diritti umani che possono ad esempio riguardare: esecuzioni sommarie, torture, arresti e detenzioni arbitrarie, mutilazioni genitali femminili, discriminazione, problemi occupazionali, sfratti forzati, accesso all'assistenza sanitaria, rifiuti tossici e il loro impatto sull'ambiente.In risposta a questi fenomeni, una buona pratica che si sta realizzando a livello locale è quella della rete delle “città rifugio”: si tratta di programmi di protezione, promossi da enti locali e organizzazioni di società civile per dare un alloggio temporaneo ai DDU al di fuori del loro paese e per fornire loro un periodo di riposo e tregua (“rest and respite”) e poter poi riprendere nuovamente la lotta nonviolenta per i diritti umani quando le minacce saranno cessate. Nel corso del 2018 alcuni comuni del Veneto, tra cui i Comuni di Padova, Ponte San Nicolò, Rubano, Noventa Padovana e Cadoneghe hanno pubblicamente annunciato l’impegno a unirsi a questa iniziativa, riconoscendo il contributo importante che gli Enti locali possono dare alla protezione delle/i DDU nel mondo. Il Centro di Ateneo per i Diritti Umani risulta essere un attore fondamentale per lo sviluppo di questo nodo territoriale, fornendo supporto scientifico all’iniziativa, svolgendo attività di monitoraggio della situazione-paese di provenienza delle/i Diritti Umani. In secondo luogo vogliamo sostenere lo svolgimento di progetti per la formazione degli avvocati e del personale pubblico impiegato nel settore della giustizia per la migliore conoscenza del contesto di applicazione della cultura dei diritti umani e la diffusione dei principali strumenti normativi e dei documenti internazionali che ne consentono la protezione e, con particolare riferimento al Global Forum, anche la promozione di un evento on line sul tema con la partecipazione di tutti i soggetti operanti a livello internazionale che sono presenti in Veneto.

Crede lei in un Veneto Sostenibile? Come immagina la città di Venezia in questo contesto dopo 1600 anni di storia e di relazioni internazionali?

La Regione Veneto è attivamente impegnata nella strategia dello sviluppo sostenibile di cui si è dotata - tra le prime in italia - di un programma regionale per centrare i macro obiettivi del 2050. È una sfida complessa per una Regione produttiva ma, come suggerisce la sua domanda, Venezia ha saputo trasformarsi in 1600 anni molte volte, e la sfida della sostenibilità sarà i prossimo campo in cui ci si misurerà.

Quali sono le sfide piu’ importanti in materia di promozione dei diritti umani e la democratizzazione in questo periodo di crisi e pandemia? (i temi piu’ importante nell'agenda della Regione Veneto)

Ritengo due temi centrali:

  1. La questione del rapporto tra sviluppo economico e diritti umani, in particolare la garanzia dei diritti per i lavoratori nell'agricoltura e più in generale nei comparti che maggiormente soffrono in questo momento di crisi pandemica. Anche se il Veneto non è considerata una regione a rischio sotto questo profilo dobbiamo lavorare con le rappresentanze datoriali e sindacali per fare in modo che lavoro e diritti umani siano sempre due diritti tutelati insieme;
  2. Il secondo tema, su cui la Regione sta investendo molto, è la difesa dei diritti delle donne, in particolare la lotta al contrasto alla violenza di genere. Quest'anno la rete antiviolenza, costituita da 43 tra case rifugio e centri antiviolenza sarà finanziata da 2,3 milioni di euro, parte con fondi regionali diretti. L'emergenza Covid ha fatto emergere i casi di violenza domestica. È un tema su cui si è fatto molto ma occorre investire ancor più sulle giovani generazioni per sradicare approcci ed idee sull'altro sesso spesso - anche inconsapevolmente - molto sbagliati.

Ci può lasciare un messaggio per docenti, alunni, studenti e staff del Global Campus of Human Rights?

Impegnamoci perché il 2021 sia l'anno di un aperto confronto e di una auspicabile sintesi tra tutte le realtà che operano in Regione sui temi dei diritti umani (Università, Regione, Comuni, Global Campus, Ordini professionali etc.): le Istituzioni non mancheranno di acquisire e mettere in pratica tutti i suggerimenti che arriveranno per implementare una vera strategia per la difesa dei diritti umani.

Per ulteriori informazioni contattare l’Ufficio Stampa del Global Campus of Human Rights

Elisa Aquino – Alice D’Este – Giulia Ballarin

pressoffice@gchumanrights.org

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